giovedì 3 gennaio 2013

Giorni d'inverno

In questi giorni trascorsi in Italia, ho capito chiaramente di essere  metereopatica. Dopo tanti giorni di grigiore, oscuritá e nebbia iniziavo veramente a sentirmi irritabile, triste....ormai mi sono abituata alla luce dell'isola, che é decisamente piú calda, piú luminosa. 


E poi non ci sono mai giorni infiniti di grigiore o pioggia. Il tempo cambia velocemente, non é mai statico, complici i venti che soffiano e ci liberano dall'oppressione delle nuvole tipiche del nord...
É certo che artisti e poeti sono sempre stati ispirati piú dal mal tempo che dal sole. 
La tristezza, la nostalgia e la malinconia sono la materia prima che genera poesia. Ne danno esempio i poeti romantici di cui ci trasciniamo ancora le conseguenze idealizzando un romanticismo malinconico.
Oggi sono stata  ispirata dalla poesia di un poeta spagnolo, conosciuto internazionalmente, che descrive alla perfezione questi momenti grigi: Federico Garcia Lorca.

Pioggia

La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio.
 
È un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.
 
È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo.
 
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l'illusione inquieta di un domani impossibile
con l'inquietudine vicina del color della carne.
 
L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
 
E son le gocce: occhi d'infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
 
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
 
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
 
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
 
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
 
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all'orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
 
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da' all'anima le stesse nebbie.
Federico García Lorca

 

da PensieriParole


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