venerdì 11 gennaio 2013

Il rituale del saluto



Vivere in un'isola significa anche entrare dentro la cultura di chi ci vive e comprenderla. Vale la pena soffermarsi a capire alcuni meccanismi interessanti e curiosi di basilare convivenza.

Avevo giá scritto un post riguardo la lentezza e la calma dei miei concittadini..Oggi invece vorrei dare spazio a un'altro aspetto peculiare dei maiorchini: il saluto. 
Per spiegare questo rituale mi sono lasciata liberamente ispirare dal preziosissimo libro "Mis queridos Mallorquines", che ripeto é la chiave per  comprendere i meccanismi culturali dell'isola.
Il libro dice quindi testualmente: "Il rituale del saluto é una delle abitudini che piú sorprende gli stranieri a Maiorca..."
Ma cerchiamo di capire il perché di questa abitudine ricca di significati impliciti, sconosciuti a chi non conosce la psicologia dell'isola. Cercheró di riassumere senza perderne l'essenza.... 

Occorre fare pero tre considerazioni previe:

1 - A Maiorca, quando ci si approcia al saluto, entra in gioco l'autostima. Il maiorchino non é assolutamente superbio, pero é orgoglioso. Il saluto é considerata una forma di riconoscimento sociale per cui, non ricevere risposta ad un saluto, é considerato un affronto all'onore personale (lo so, suona un po a siciliano!!..ma tant'é)

2 - La possibilitá di esser vittima di una mancata risposta ad un saluto crea sfiducia ed induce ad atteggiamenti preventivi: non si saluta se non si é assolutamente sicuri che l'altra persona ricambierá. Come pura precauzione.

3 - Il saluto implica dover fermarsi a mantenere una conversazione di cortesia.  Siccome il maiorchino non é molto propenso a raccontare la propria vita privata, per comoditá é piú facile cercare di evitarla!

Fatte queste premesse vale la pena descrivere le tappe del saluto qualora si avesse deciso di correre tutti i rischi sopra indicati e quindi accingersi a salutare.


Prima tappa:  se circolando per strada si scorge un amico o un conoscente che potrebbe richiedere il dover salutare,  bisogna innanzitutto  rimanere attenti al minimo movimento dell'altra persona per capire immediatamente le sue intenzioni: poi si deciderá se correre il rischio di salutare o meno in base all'approcio prossemico e visuale dell'altro. Insomma tutta una psicologia degna di studio!

Seconda tappa: lo sguardo. Si guarda al conoscente sperando ottener la stessa risposta visiva. A questo punto si danno due casi: a) l'altra persona non ricambia lo sguardo . In tal caso la é meglio dissimulare la mancata corrispondenza puntando lo sguardo all'orizzonte come se nulla fosse successo..... b) se l'altra parte corrisponde non ci sarebbe comunque da fidarsi peché in realtá non si é ancora sicuri se procederá a salutare o meno!

Terza tappa: alzata di sopracciglia. Senza smettere di guardare la persona conosciuta si accenna un movimento di sopracciglia aspettando risposta. Se non risponde? si alza lo sguardo al cielo come se si avesse alzato le sopracciglia per per osservare il tempo o uno stormo di uccelli, di modo che l'immagine (e l'orgoglio!) rimarrá salvaguardata dal saluto rifiutato.

Quarta tappa: il mento. Continuando a guardare il conoscente e mantenendo le sopraccigla inarcate, effettuare un leggero accenno col mento ed aspettare un'identica risposta. Se non la si riceve girare lo sguardo distratto ad un edificio vicino. Ma se finalmente si riceve risposta si passa alla...

Quinta ed ultima, definitiva tappa: "¡uep!...insomma l'equivalente al salto mortale nel vuoto!!É molto frequente infatti che nessuno dei due arrivi a dare l'ultimo passo del saluto verbale, visto che si tratta del maggior pericolo, pero nel caso si decida di correre il rischio, si saluta con un "uep!" ... altrimenti l'ipotetico saluto rimarrebbe limitato al "avvistamento-sguardo-alzata sopracciglia-mento"...

Il tutto mi sembra abbastanza chiaro, facile e veloce da imparare ed assimilare per la convivenza e lo scambio culturale che tanto invoco!


Follow Me on Pinterest

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...